E. Fezzi
25 Maggio 2022

La Critica

E. Di Carlo

Finalmente – già è proprio il caso di dire meglio tardi che mai – , la critica ha cominciato a rendere il dovuto riconoscimento anche a Ugo Cerasoli: e se è vero che i nostri debiti verso di lui non li abbiamo saldati che in piccole dosi, è anche vero – di contro – che l’incontro completo con il Solitario è in pieno svolgimento ed ha riconosciuto, di mostra in mostra, in queste ultime stagioni l’impegno e la profonda convinzione nella sua “nuova sintesi”.

Nel suo linguaggio pittorico, quella sintesi fa già le sue prime e timide apparizioni in alcune opere d’ambiente e che si rifrangono, luminosissime, in un serrato imbricarsi architettonico di piani. I costoni marini e le montagne, di una durezza primitiva, sono poi, di una fattispecie di “terra promessa”. Ecco, le immagini di Cerasoli sono di una veemenza singolare e, nella veemenza si ripetono in una sorta di proiezione fissa, articolata da un istinto bruciante e laceratore che arriva, anche nei lavori recenti, ad alti gradi di tensione ossessiva.

Nel racconto di Cerasoli, inoltre, non ci sono drammi esteriori tutto procede all’interno di un rigoroso sistema di legami segreti tra natura e stile, tra simbolo e struttura, tra invenzione e folgorazione e , in ultima analisi, tra forma e colore. Un colore gioioso, allucinante, netto, allusivo ed esplicito nello stesso tempo: un colore che sembra preludere, in qualche caso, alla magia e che ci riconcilia, di sequenza in sequenza, col mondo che palpita e che respira.

MuseoCerasoli-UgoCerasoli

Vedevo la mia immagine
riflessa sull’acqua
e volevo prenderla,
ma non ci riuscivo!

Forse è il primo segno di un insaziabile istinto
a riprodurre la realtà, riportarla in immagini,
disegnarla, dipingerla.

Realtà dapprima soltanto oggettiva, ma che pian
piano diverrà espressione del suo mondo interiore
meditato e sofferto.

MuseoCerasoli-UgoCerasoli

Vedevo la mia immagine
riflessa sull’acqua
e volevo prenderla,
ma non ci riuscivo!

Forse è il primo segno di un insaziabile istinto
a riprodurre la realtà, riportarla in immagini,
disegnarla, dipingerla.

Realtà dapprima soltanto oggettiva, ma che pian piano diverrà espressione del suo mondo interiore
meditato e sofferto.