La Critica
La Critica
Nel suo linguaggio pittorico, quella sintesi fa già le sue prime e timide apparizioni in alcune opere d’ambiente e che si rifrangono, luminosissime, in un serrato imbricarsi architettonico di piani. I costoni marini e le montagne, di una durezza primitiva, sono poi, di una fattispecie di “terra promessa”. Ecco, le immagini di Cerasoli sono di una veemenza singolare e, nella veemenza si ripetono in una sorta di proiezione fissa, articolata da un istinto bruciante e laceratore che arriva, anche nei lavori recenti, ad alti gradi di tensione ossessiva.
Nel racconto di Cerasoli, inoltre, non ci sono drammi esteriori tutto procede all’interno di un rigoroso sistema di legami segreti tra natura e stile, tra simbolo e struttura, tra invenzione e folgorazione e , in ultima analisi, tra forma e colore. Un colore gioioso, allucinante, netto, allusivo ed esplicito nello stesso tempo: un colore che sembra preludere, in qualche caso, alla magia e che ci riconcilia, di sequenza in sequenza, col mondo che palpita e che respira.